Nell’antico testamento viene presentato ampiamente il concetto di “misericordia” che poi si manifesterà in modo definitivo nella persona di Gesù Cristo.

La Misericordia di Dio è già stata sperimentata dal popolo dell’antica alleanza, sia comunitariamente che individualmente.

L’amore del Signore verso il popolo di Israele è di una particolare predilezione e quando esso, prendendo coscienza delle proprie colpe e infedeltà si rivolge a Dio manifestando il pentimento e implorando il perdono, Dio allora ridona la grazia, ricostituisce l’alleanza; si può dire che la misericordia è “una speciale potenza dell’amore di Dio che prevale sul peccato e sull’infedeltà. (D.i.M. 4).

La misericordia di Dio vive sulla salvezza del peccatore come si avverte chiaramente nel passo biblico dell’esodo, dove Jahvè di rivela un Dio di tenerezza e di grazia, tardo all’ira e ricco di misericordia e fedeltà, “che conserva la sua misericordia fino alla millesima generazione” (ES: 34,7).

IL termine ebraico “Hesed”, con cui viene indicata la misericordia, sottolinea il particolare contenuto dell’intimità del dialogo tra il popolo d’Israele e il suo Signore nel suo significato profondo di bontà, che implica “fedeltà” e in base a tale fedeltà, significa anche “grazia” e “amore”: amore che dona, amore più potente del tradimento, grazia più forte del peccato.